Cus Jonico Taranto ai tempi del coronavirus, Diciolla: "A casa ad allenarci"

Il preparatore atletico rossoblu racconta gli allenamenti "casalinghi" dei giocatori “Non è facile, ma ci proviamo”

16.03.2020

Difficile se non impossibile pensare e parlare di basket in momenti delicati come quelli che Taranto, la Puglia, l’Italia, come il resto del mondo, stanno vivendo per fronteggiare la pandemia da coronavirus. Pallacanestro ferma, così come la maggior parte degli sport. E se la palla a spicchi ha smesso di rimbalzare c’è chi, come gli atleti, prova a tenere il motore acceso in vista di una chissà quanto lontana ripresa dell’attività agonistica.

Il Cus Jonico da questo punto di vista sta seguendo i suoi giocatori rientrati nelle loro città d’origine e ben saldi all’invito di “restare a casa” da parte delle istituzioni. A cercare di guidarli a distanza Giuseppe Diciolla il preparatore atletico rossoblu che non nasconde quanto sia difficile coordinare e uniformare il lavoro dei ragazzi a tanti km di distanza gli uni dagli altri. “Diciamo che stiamo portando avanti una sorta di programma di mantenimento della forma fisica sulla falsa riga di quanto avviene durante l’off season, d’estate, ma con carichi maggiorati visto che la sospensione è arrivata in piena stagione”.

“I problemi sono tanti – sottolinea Diciolla – perché d’estate le palestre sono aperte, qui invece con la chiusura delle strutture non tutti sono in grado di portare avanti lo stesso tipo di lavoro o magari non sono attrezzati con pesi, bilancieri e macchinari, chi più chi meno”. Diciolla continua nella sua analisi del momento: “Altra cosa che per noi è nuova è che non sappiamo, ad oggi, quando si riprenderà a giocare, quindi anche questo è un particolare non trascurabile, il lavoro che i ragazzi stanno facendo ha un inizio ma non una fine certa”.

Le difficoltà però non spaventano il preparatore atletico cussino: “Però non ci facciamo demoralizzare. In questo momento, inutile dirlo, ci sono problemi più importanti da risolvere. Noi continuiamo a lavorare cercando di monitorare i ragazzi quasi quotidianamente. Loro sono molto partecipi, ci mandano foto e video dei loro allenamenti “casalinghi” e noi cerchiamo di intervenire laddove possibile”.

In attesa di tempi migliori, c’è da augurarselo.

 

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