CJ Taranto - Conosciamo meglio Giovanni Gambarota: da Barletta con furore!

Con Toni Cappuccio la storia cestistica e non solo del numero 55 del CJ Basket Taranto

03.03.2022

a cura di Toni Cappuccio

“Mi chiamo…anzi mi chiamano Giovanni Gambarota. Sono nato il 21 ottobre 1989 a Barletta, una bella città pugliese, quella della famosa disfida tra i gloriosi cavalieri Italiani di Ettore Fieramosca ed i boriosi francesi di Guy De La Motte che occupavano le nostre terre.

Era il 1503. Quella bella pagina della nostra Italia, ancora divisa tra potenze straniere, ha segnato tutti noi discendenti donandoci l’orgoglio del senso di appartenenza”!!! 

Bene, bravo caro Giovanni! La Storia insegna, si dice!!! In effetti, debbo riconoscere che tu hai l’aspetto e la vis del cavaliere fiero del suo talento. Che dici, ti piace questa tua immagine?

“Certo, perché no!!! La cosa mi inorgoglisce!!”  

“Comunque, per completare la mia figura: sono alto 1,90 (senza tacchi), peso circa 90 kg,

a stomaco vuoto, tiro da 3 con il 26%, da 2 con il 67% e nei liberi sono al 74%...ma è tutto da migliorare!! Nella mia vita da globetrotter di basket ho girato parecchio tra squadre diverse ed in luoghi diversi, come i miei compagni più anziani (si fa per dire). E’ il nostro destino!”

Caro Giuann, la tua scheda tecnica di presentazione diceva che: “sei un giocatore che fa dell’atletismo, dinamicità ed intensità le sue caratteristiche principali. Inoltre che, con la giusta dose di cattiveria agonistica, riesci a fare giocate importanti in momenti decisivi, che sei un lottatore sia in difesa che in attacco, che hai un buon tiro da 3, piedi per terra (magari se li alzi verrebbe anche meglio, ndr) ed ancora, che hai un gran primo passo sulla penetrazione.  Praticamente un “monstre”, per dirla alla francese! Tutto questo ben di Dio di tecnica così ben descritto, immagino dal tuo procuratore, risponde a verità? Oppure è un po' esagerato?

“I procuratori, di solito, amplificano sempre i loro protetti ed a volte esagerano un po'.

Il mio non è diverso ma piuttosto “onesto”. Nel mio caso ha detto la verità!... Quasi!!

Qui, emerge il suo classico atteggiamento di guascone, quello buono e fiero!

Non certo quello velleitario! D’altronde nelle sue vene scorre sempre il sangue antico barlettano!

Però, caro il mio bel guascone, diciamo la verità, nella prima parte del campionato queste tue preziose qualità sono rimaste un po' nell’ombra ed, insieme ai tuoi cari colleghi, non riuscivate a trovare la giusta dimensione per una  buona chimica di squadra. Tanto che qualche nocchiero infastidito ha detto “ora basta! Così non si può andare avanti. Fino a nuovo ordine niente più vetrine o passerelle mediatiche. Alziamoci le maniche (con la canotta?) e sotto a lavorare”!

Così, nonostante i rischi delle libagioni natalizie, siete riusciti finalmente a trovare le giuste misure.

Miracolo di una ramanzina o il risultato di una vostra opportuna riflessione?

“Diciamo che ce l’aspettavamo ma aggiungo anche che a nessuno e, specialmente a noi che siamo così uniti, faceva piacere non riuscire a coordinarci meglio tra noi per esprimere un buon gioco che, ne siamo consci, è nelle nostre corde ed anche non riuscire sempre ad esprimere sul parquet i buoni piani di lavoro ed i buoni suggerimenti dei nostri coaches”.

Vabbè! Ego te absolvo in nomine Patris…..!!!!

Così c’è stata la bella svolta che tutti ci aspettavamo con un incoraggiante filotto di 4 vittorie consecutive, di cui ben 2 in trasferta. Per quanto ti riguarda, caro Giuan, con la vittoria a Reggio Calabria hai “costretto” coach Olive a venir meno al patto di non citazione singola. Cito testuale:

“Un merito particolare nell’uomo che ha cambiato il volto alla partita. Giovanni ci ha dato la svolta dalla panchina. Gli faccio un applauso. Veniva da un periodo non facile nelle due ultime due settimane. Ci ha creato diversi penetra/scarica, andando a rimbalzo e sporcando le linee di passaggio in difesa. E’ stato decisivo il suo ingresso per mettere in ritmo anche gli altri”

“Proprio così! Avevo accusato forti dolori e problemi all’apparato digerente e poi ho voluto scatenarmi per dare il mio contributo agli amici ma posso dire, senza tema di smentita che ce la stiamo mettendo tutta per ripagare la società, per far esultare i tifosi e per la nostra fierezza!!!”

A dirla tutta, però, quando sembra che la corsa diventa continua, s’inciampa nelle vecchie abitudini!

“Succede! Anche perché non scordiamo che ci sono anche gli avversari. Anche le strade non sono sempre tutte perfette e lisce. Ogni tanto si aprono le buche!” Chapeau, mon amì!!!!

“Comunque, voglio precisare che, al contrario di quando si considerava da una parte di tifosi e commentatori vari, il nostro potenziale è davvero alto e la sua consapevolezza ci porta ad avere una nostra buona identità di squadra, che migliora di partita in partita, com’è logico che sia. L’obiettivo di conquistare un buon piazzamento nella griglia dei play off, è anche nostro, non solo della società e dei tifosi, che ormai hanno il palato fine e vogliono, fortissimamente vogliono, sognare il fatidico salto di qualità verso il torneo maggiore. Cosa che nella stagione scorsa ha lasciato parecchio amaro in bocca a tutti, quasi sul fil di lana. Anche noi del nuovo organico ne siamo consapevoli ma, per restare con i piedi per terra, questa volta è bene sognare con un occhio aperto ed un altro sognatore. Il campionato ed il girone di quest’anno è più difficile, con un livellamento che interessa parecchie più squadre rispetto alla stagione scorsa. Motivo per cui, il piazzamento nelle prime fatidiche 8 piazze ce lo dobbiamo sudare sempre, partita per partita, sperando sempre di avere tutti gli effettivi in buone condizioni. Particolare che non è accaduto nella prima parte del torneo, causa anche una panchina non molto lunga”!

Tutto vero! In vari interventi il sottoscritto ha ricordato al volgo ed all’inclito che non bisogna dimenticare che all’inizio del torneo, si sono “volatilizzati” due elementi importanti come Bonaccorsi e Fatih, tra l’altro due under che ci avrebbero fatto comodo, anche per le loro riconosciute qualità tecniche. La società, con il ds Vito Appeso, si è mossa subito per recuperare almeno un altro elemento, in sostituzione, come il buon Klanskis, se pur in un altro ruolo.

“Che aveva ovviamente bisogno di un po' di tempo per capire ed inserirsi nel gioco di squadra.

Ora ci viene bene anche il ritorno di Gianmarco Conte che è un caro e bravo ragazzo di casa. Per cui  si dirà che ora non avremmo più alibi né scusanti, senza dimenticare che, finalmente, ora, grazie alle nuove misure di sicurezza dal contagio a maglie più larghe, il pubblico ed i tifosi dovrebbe aumentare fino al 65% della capienza del Palafiom. Speriamo presto!!!

Bene, bravo!! Hai detto tutto tu! O quasi tutto! Perchè ora la vostra responsabilità aumenta!!!

 

Capitolo 2°...Giovanni Gambarota: “Persona”.

Caro Giovanni. Parliamo della tua vita personale e delle tue giuste ambizioni, anche oltre la pallacanestro. Anche tu hai avuto modo di peregrinare di di piazza in piazza.

“Certo. Noi siamo i pendolari della penisola, per necessità ovviamente. Naturalmente i primi passi e la mia formazione base l’ho coltivata a Barletta. Poi , dall’ultimo anno di under e, per 4 anni di seguito, sono stato a Bisceglie, dove mi sono trovato molto bene, perché riuscivo a unire l’utile al dilettevole, cioè continuando a giocare ad un certo livello ed a frequentare gli studi universitari nell’Università di Foggia. Dopo sono stato due anni a Cerignola, sempre per non allontanarmi molto da casa e dall’Università. Poi a Battipaglia, a Capo d’Orlando, e poi a  Sant’Antimo, nel 2019, l’inizio del coronavirus, insieme a Biagio Sergio e Ferdi Matrone. Eravamo quarti ma poi la Federazione ha interrotto i campionati, com’è noto. Alla ripresa sono andato a Molfetta ed infine a Piacenza ed ora sono qui, con grande piacere, per ritrovare amici.”

Bene, bene, caro! E’ sempre una buona ed utile cosa girare e viaggiare. Non credi?

“Senza dubbio! A me piace molto, perché conosci nuovi luoghi e nuova gente, con cui instauri anche buoni rapporti che, a volte restano nella nostra storia di vita. A me non piace allenarmi e basta e poi stare chiuso in casa per il prossimo allenamento. Mi piace visitare i luoghi dove gioco, naturalmente nel tempo disponibile, che comunque non è molto, contrariamente a ciò che la gente possa pensare, specialmente se sei costretto a coniugare lo sport con lo studio.”

A questo punto, pungi sull’orgoglio di appartenenza alla nostra città. Dicci, in verità, cosa ne pensi?

“A dir la verità, non avevo mai avuto occasione di venire a Taranto per visitarla e conoscerla.

Per me è stata una sorpresa! Una bella sorpresa, contrariamente a ciò di cui si parla per la solita grossa presenza di un grande impianto come il siderurgico. Invece è una città con molto fascino, con un mare molto bello e limpido, specialmente lungo le sue spiagge sia dalla parte occidentale che da quella orientale dove il panorama delle spiagge è veramente incantevole con quel mare cristallino e limpido.”

Caro il mio Giuann, dove hai vissuto il tuo percorso di studi dal tuo primo giorno di scuola?

“Certamente le primarie e le secondarie a Barletta. Il Liceo scientifico, indirizzo tecnologico al “mitico” Istituto Cafiero di Barletta. Per noi è un’istituzione, appunto. E’ un edificio con una struttura molto particolare che ti rimane impressa per tutta la vita. E’ una struttura a spirale che ispira comunicazione e comunione. Io me la ricordo con tanto affetto. E’ di fronte allo Stadio ed al Palazzetto. Insomma, scuola e sport che vanno a braccetto”.

Interessante!! Un connubio sempre auspicabile.

Comunque, mi sembra che nella tua città, Barletta, lo sport sia molto diffuso.

Specialmente il Calcio, ma anche la pallacanestro e l’atletica leggera con il mito di Pietro Mennea.

“Già, il grande Mennea, vero orgoglio della nostra terra pugliese. Grande persona, anche.

Naturalmente predomina il tifo calcistico, con un gruppo molto numeroso che si chiama “Gruppo erotico”!!! che segue la squadra dappertutto e fa un tifo d’inferno”.

Aspetta un po', caro Giuann. Forse non ho capito bene ma, per caso, hai detto “Gruppo erotico”?

Ti sarai sbagliato, forse? Cosa centra l’erotico e l’erotismo con il calcio? In gruppo poi!

Cos’è un gruppo di erotomani che va a spasso di città e luoghi vari? Ma dai?

Non mi dirai che anche tu ne fai parte? E’ una vera novità! E’ pur vero che nel calcio c’è anche altro...ma questa poi!!!! Ma quando si riuniscono che fanno per fare “onore” a questa denominazione?

“Non so e non ho approfondito l’insolito argomento. Meglio sorvolare. Mi tengo il mio eros!

Decisamente sì!  Ritorniamo a parlare di cose serie. Mi hai detto di frequentare l’Università di Foggia che è più vicina alla tua città, rispetto a Bari e, se permetti, anche meno “complessa”, visto che io e mia moglie ci siamo laureati in quest’ultima. Quale facoltà hai frequentato?

“A me piace disegnare, in particolare disegno tecnico e, quindi, volevo iscrivermi ad Architettura a Bari. Però in quell’anno io avevo firmato per il Bisceglie ed a Bari la frequenza era obbligatoria e fui “costretto” a ripiegare alla Facoltà di Ingegneria Edile dell’Università di Foggia. Anche lì c’era da frequentare ma, poiché è più vicina a casa mia a Barletta ed a Bisceglie per giocare, facevo un vero e proprio pellegrinaggio tra le tre città.

Potete immaginare quanto stress mi procurava. Ho frequentato con grande volontà per circa 6 mesi ma man mano le difficoltà aumentavano, specialmente con la matematica che in quel campo è una materia davvero tosta. A questo si è aggiunto poi lo scandalo di quel docente che non faceva passare nessuno dei suoi circa 300 studenti e, di conseguenza, decisi che non era per me quella facoltà. Peccato! Fui costretto, quindi, a cambiare con una materia più agevole ma non per questo meno complessa ed importante: Economia Aziendale. Tant’è che la trovo molto interessante e, soprattutto, molto utile per le mie ambizioni future.”

Caro Giovanni, sei soddisfatto di te? Ti Piaci? Ti Piace quello che fai? Mi sembra di sì, o sbaglio?

“Sì, sono contento e soddisfatto di ciò che ho vissuto fino ad ora e mi piace ciò che faccio ora.

E’ nel mio carattere, piuttosto espansivo e goliardico, fare presto amicizia con chi ho il piacere di frequentare. Mi piaceva, per esempio, andare su e giù da Barletta a Foggia con il treno insieme ai miei colleghi studenti. Mi piaceva anche “rifugiarmi” nella bellissima Biblioteca della mia città per studiare e fare le mie ricerche per le mie materie. Quello è stato un bel periodo molto intenso. La mattina andavo a Foggia a seguire le lezioni. All’ora di pranzo ero a casa, poi il pisolino del primo pomeriggio, di seguito in biblioteca ed infine in palestra ad allenarmi “!

Insomma hai interpretato alla lettera il motto: “Mens sana in corpore sano”. Un esempio!

“Sono per una vita intensa e piena di interessi vari per soddisfare il mio senso della curiosità.

Se, invece, dovessi essere costretto a vivere una quotidianità fatta di sola palestra e casa, mi spegnerei un po'. Al contrario la poliedricità degli interessi mi tiene vivo e molto comunicativo”

Cosa vuoi dire che qui da noi né soffri un po', visto che sei costretto a vivere così in quest’ultima modalità, non avendo più lo stimolo degli studi ora che sei un “dottore in Economia Aziendale?

“No, caro Toni! Sto cavalcando altri nuovi stimoli, considerando che, tranne Biagio, gli altri ragazzi sono nuovi per m, così com’è nuova la vostra affascinante città che non conoscevo e che mi sorprende sempre più. Vivo, quindi, un’esperienza nuova anche con un gruppo così ben amalgamato caratterialmente e spontaneamente. Sono tutti ragazzi genuini, compresi i “forestieri” di lungo raggio come Hugo e Richard. Ci aiutiamo a vicenda. Nessuno colpevolizza nessuno oltre il limite di un incoraggiamento ed una bella pacca di incitamento a fare meglio”

Hai altri hobby piacevoli, oltre quello del bel basket che, poi, non è un hobby ma un vero lavoro?  

“Sì certo! Al largo in mare della mia città, Barletta, da quasi 2 anni, mi piace cimentarmi nel Kitesurf. Uno sport d’acqua molto affascinante e difficile da praticare perché bisogna avere muscoli di gambe, braccia e testa, allenati. Si tratta di una nuova disciplina nata nel 1999 come variante del classico surf che usa il vento da propulsore per farsi spingere da un aquilone, sfruttando il cosiddetto vento termico. Cioè il Levante. Vento particolare che soffia dalle mie parti lungo l’Adriatico. Lo pratico anche quando vado in Sardegna da mio fratello.

A proposito della tua famiglia, com’è composta e cosa fanno i tuoi. Dicci un po'?

“Ho due fratelli, più grandi di me, buoni lavoratori di qualità, Cesare e Paride, mia madre Isabella, casalinga, mio padre Nicola, responsabile di un’azienda di calzature, ora in odore di pensione, dopo tanti anni di attività lavorativa. Orgoglioso della mia famiglia”

Certo la famiglia, quella buona, è sempre un focolare dove riscaldarsi di cose buone. Ti seguono?

“Si certo! Mi seguono e sono venuti anche a vedermi all’opera nella partita col Bisceglie.”

Ti piace mangiare? Ti piace cucinare, anche?

“Entrambi!. Mi diverto anche a preparare manicaretti gustosi.”

Come il famoso piatto di carne macinata e spinaci del caro Maciste, pardon Riziero?

“Beh, vabbè! Qualcosa di più gustoso, magari! Non me ne voglia il caro Riz! A me piace cucinare i risotti, come quello alla zucca e speck che piace molto ai miei amici, Manuel e Riziero.

In questo periodo del covid, ci siamo incontrati a casa, non potendo andare in giro e mi sono cimentato con successo (spero) nei dolci e nei frutti di mare. Sono goloso degli spaghetti allo scoglio, che riesco a cucinare bene ed a mangiare ancora meglio.” 

Signori e Signore, vi abbiamo presentato il dott. Giovanni Gambarota da Barletta!!!

Toni Cappuccio

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