CJ Taranto, presidente Cosenza: "Campionato sotto le aspettative, ripartiamo dai nostri errori"

30.05.2023

INTERVISTA A CURA DI CHRISTIAN CESARIO USCITA SULL'EDICOLA DEL SUD DEL 29/05/2023

La stagione 2022/23 del CJ Basket Taranto si è conclusa con una sconfitta per 3-0 nella serie dei playoff salvezza contro la Del Fes Avellino: tre ko che relegano la formazione tarantina alla partecipazione al prossimo campionato di Serie B Interregionale.

Presidente Sergio Cosenza, poco più di una settimana fa è terminata la stagione del suo CJ Basket Taranto: purtroppo, la sua formazione non sarà presente nella nuova Serie B d’Elite.

«L’obiettivo, certamente, non era questo. Con la variazione dei campionati si è fatto in modo di rischiare la retrocessione anche con una posizione di metà classifica. Volevamo rimanere in Serie B e tentare di fare una stagione da protagonisti, come accaduto nella scorsa stagione. Stiamo lavorando per capire i nostri errori, facendo un’analisi dell’intero campionato: probabilmente potevamo rimediare a qualche errore ma ormai è andata così».

Cosa non ha funzionato nel corso dell’ultimo torneo?

«Avevamo iniziato bene, i giocatori erano tutti al posto giusto. Tra gennaio e febbraio abbiamo subito quelle sei sconfitte consecutive che ci hanno fatto perdere posizioni in classifica, è stato un mese e mezzo difficile. Le sconfitte sono da mettere in preventivo nel corso di un campionato ma non ne ho mai subite sei di seguito. Questo ruolino negativo ci ha scombussolato mentalmente, abbiamo tentato di rimediare nonostante gli infortuni - ma ciò non deve essere un alibi - siamo arrivati scarichi mentalmente alle ultime partite».

Qual è il più grosso rammarico?

«C’è rammarico perché era stata costruita una squadra abbastanza competitiva ma non siamo riusciti ad essere continui. Io la penso all’antica: se riuscissimo a vincere tutte le partite in casa in un campionato, basterebbero poi un altro paio di successi per ritrovarsi nella parte sinistra della classifica. Probabilmente avremmo dovuto cambiare qualcosa dopo la terza sconfitta consecutiva, quando ci eravamo accorti che qualcosa non stava andando nel verso giusto. Siamo intervenuti sul mercato prendendo Rocchi che ci ha aiutato a risollevarci in classifica ma, prima di questo blackout, eravamo a cavallo tra il terzo e il quarto posto».

Una rosa costruita con l’obiettivo di accedere alla prossima Serie B Nazionale e chiudere la regular season tra le prime otto: c’è qualche giocatore che, secondo Lei, ha reso meno rispetto alle vostre aspettative?

«In realtà l’obiettivo principale era piazzarsi tra quarto e quinto posto. Sapevamo sarebbe stato complicato tentare una promozione in Serie A2 ma, classificandoci nei primi quattro posti, saremmo stati ammessi di diritto alla prossima Serie B Nazionale. Durante l’estate abbiamo ingaggiato dei giocatori validi: vedendo gli scorer delle partite, ci sono stati degli atleti che in alcune partite non hanno inciso e bisogna trovare i motivi della mancata resa. Parliamo di cestisti di un certo spessore, non di qualche ragazzo under che deve trovare ancora la sua maturità cestistica. Gli argentini sono quei giocatori ingaggiati perché volevamo puntare sulla loro esperienza e sulla loro bravura ma il contorno della squadra non era assolutamente da meno: si poteva fare affidamento su tutto il roster. Se tutti avessero giocato sui propri standard, probabilmente in questo momento staremmo parlando di un altro percorso. In quella serie negativa, abbiamo perso anche contro delle squadre che ricoprivano una posizione inferiore rispetto alla nostra». 

Sotto la lente d’ingrandimento, adesso, c’è l’operato di tutti: fiducia confermata nello staff tecnico-dirigenziale? Potrebbero esserci dei cambiamenti?

«È facile addossare la colpa a un singolo elemento ma, per come si è evoluta la stagione, non c’è un solo responsabile. Non è sempre colpa del tecnico, avevamo un blocco mentale. Probabilmente il mental coach è una figura che ci manca in questo momento, perché ci avrebbe aiutato a uscire fuori da un periodo di difficoltà. Quando ogni anno finisce l’attività sportiva bisogna fare un’analisi a mente lucida. Venerdì si è conclusa ufficialmente la stagione, con il saluto ai ragazzi e allo staff tecnico. C’è fiducia negli allenatori perché non bisogna dare la colpa, a prescindere, ai tecnici: se qualcuno realizza zero punti, non può essere attribuita la colpa al coach. La pallacanestro è un gioco di squadra, non è basato sulla giocata del singolo atleta. Non abbiamo ancora scoperto cos’è accaduto tra le sei sconfitte e questo finale di stagione, ma lavoreremo per non commettere gli stessi errori. Se qualcuno ha mancato in qualcosa, qualche tassello dovrà essere cambiato, anche nei dirigenti. Potrebbero esserci delle variazioni nei quadri dirigenziali della società ma anche tra i giocatori stessi: la situazione è in fase di valutazione a trecentosessanta gradi. Non è ancora il momento giusto per parlare di riconferme di eventuali atleti, dirigenti e staff: ne parleremo nelle prime settimane di giugno».

Come si evolverà, adesso, il progetto CJ Taranto?

«Ci piacerebbe festeggiare i cinquant’anni di attività della società con una promozione nella B Nazionale, ma dovremo far attenzione a non sottovalutare il campionato di Serie B Interregionale perché parteciperanno tutte le squadre che non sono riuscite ad accedere alla Serie B d’Elite. Non sarà semplice in quanto parteciperanno diverse formazioni accreditate. Il proseguo del progetto dipenderà anche dal supporto che ci verrà fornito dagli sponsor e dai tifosi che quest’anno, tranne in qualche circostanza, sono mancati sugli spalti del Tursport».

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