CJ Taranto - Conosciamo meglio Manuel Diomede: Basket, amore e fantasia

Una bella storia tra sentimento e pallacanestro vissuta in Riva allo Ionio dal giocatore rossoblu e la sua Francesca

27.10.2021

a cura di Toni Cappuccio

Lui, Manuel Scatozzi Diomede, di sangue sannita di Benevento, di professione cestistica: “guardia tiratrice”,  è stato nominato Capitano dell’organico del nuovo CJ Basket, edizione 2021/2022, anche perché è l’unico rimasto di quello della stagione scorsa, in una sorta di continuità con la capacità di trasmettere ai nuovi la voglia di fare ancora meglio.

Lei, Francesca Elia, sua adorata moglie, di professione pedagogista, attualmente a riposo, perché in dolce attesa di dare alla luce una bella bimba.

Indubbiamente una bella coppia che sprizza Amore in ogni gesto della loro bella unione.

Precedenza, quindi, alla futura mamma, di San Donaci, provincia di Brindisi, una splendida rappresentante di bellezza mediterranea.

Cara Signora Francesca quando si prevede il fausto giorno e come avete deciso di chiamarla:

“Dovrebbe essere nel periodo prenatalizio per la nostra Isabella, come abbiamo deciso di chiamare la nostra primogenita. Ora sta in mia dolce compagnia ma già si agita un pò”

Non mi dirà che Lui, Manuel, le ha già trasmesso il gene del basket prima ancora di nascere?

“Penso proprio di sì, almeno da come si muove. E’ una sensazione piacevole, comunque!”

Vi faccio i migliori complimenti. La cara Isabella nasce già fortunata ad avere due genitori così splendenti di tanto Amore. Siete davvero una bella immagine ed un splendido esempio!!!

“Grazie! Il bel volto le si accende di radiosa felicità! Uno spettacolo!

Francesca, detto fra noi, cosa pensi di Manuel. Che tipo è come carattere. Insomma come si comporta? Dì pure senza reticenza: la verità, tutta la verità, tutt’altro che la verità. Pardon, nient’altro che la verità. Tanto lui non sente!

“Invece lui sente ed anche bene! Dal punto di vista professionale è molto ambizioso. Ogni obiettivo che si pone lo raggiunge senza “se e senza ma”. L’aspetto che stimo molto di lui è che è una Persona molto forte e coraggiosa. Non si perde mai d’animo, è molto socievole e positivo.

Io, invece, mi pongo sempre dei problemi, vedo il bicchiere mezzo pieno e mezzo vuoto. Per me, quindi, è una bella spalla piena di positività e rende migliori le nostre giornate.”

Come vi siete conosciuti. Con quali modalità di approccio?

“Mi ha fermata per strada, praticamente. Eravamo nei pressi di un Pub a Chieti. Lui si è avvicinato e mi ha chiesto le generalità, di cosa mi occupavo e tanto altro, senza alcuna remora”

Ma che era un interrogatorio di tipo poliziesco? Una volta si usava così, quando si voleva agganciare una bella ragazza. Cos’ha detto: “scusi signorina posso accompagnarla? Così si azzardava, sperando che la risposta fosse positiva! La sua è stata tale oppure negativa?

No, affatto! A dir la verità, mi ha letteralmente sorpreso questo modo diretto di “rimorchiarmi”.

Mi ha subito colpito il suo modo gioioso e giocoso, oltre ovviamente all’aspetto estetico.”

Un bell’aspetto estetico abbastanza speculare, direi! Quando è avvenuto questa scintilla d’incontro?

“A 21 anni. Sono 10 anni che stiamo insieme, felicemente sposati da 2 anni, dal 27 giugno del 2019. Nel mio Paese abbiamo celebrato la cerimonia religiosa, come si usa ancora dalle nostre parti e poi una gran festa nella splendida Tenuta Monacelli di Lecce, con tanti colleghi, giocatori e dirigenti di basket da tutt’Italia, da Nord a Sud. Tutto meraviglioso”.

Non è difficile immaginarla così. Tutti, gran bei giovani atleti gioiosi. Poi è andato tutto bene?

“Bene! Anzi molto meglio. Contrariamente alla vulgata popolare, il matrimonio lega molto di più. Sentirlo mio marito, non solo sulla carta ma anche nell’anima religiosa, mi conforta ancora di più. Basta condividere tutto ma ciascuno con rispetto della rispettiva identità”.

Cari amici che avrete il piacere di leggere queste note di buona vita, vi assicuro che se foste stati presenti in questo momento, avreste avuto il piacere di ammirare una bella signora, tanto sinceramente emozionata nel declamare il soave canto di un matrimonio di profondo Amore!

Mi sono emozionato anch’io!!!!

Questo bel dialogo, con l’affascinante Francesca, però, non ci ha fatto certamente dimenticare l’attore principale di questa interessante vetrina: al secolo i nostro grande capitano MANUEL SCATOZZI DIOMEDE, il quale ha dimostrato anch’egli buona sensibilità, restando in religioso silenzio.

Allora, caro Manuel, intanto grazie per essere rimasto tra noi per sostenerci in quest’altra impresa di questa stagione. Una curiosità: perché hai due cognomi, di cui uno si chiama SCATOZZI?

“Scatozzi, in verità, è un soprannome affibbiato a mio padre perché lui, da buontempone, parlava sempre di un fantasioso personaggio citandolo con questo nomignolo di tipo fantozziano” – esordisce finalmente il buon Manuel con un simpatico accento misto campano-osco-sannitico della bella città di Benevento – “Poichè, a dir la verità, è piaciuto anche a me, l’ho fatto mio per darmi, forse, un tono di popolare empatia, con i miei amici. Così mi è rimasto piacevolmente attaccato.”

La moglie Francesca approva anch’ella ed aggiunge che: “ormai, dai tempi di Chieti, lo chiamano tutti così. A me hanno affibbiato il nomignolo di “Scatozzina”, un altro personaggio fantasioso e giocoso che non mi dispiaceva affatto”

Simpatico questo balletto di palleggio tra i due: Elia e Scatozzi, pardon Diomede.

Anche il cognome Diomede non è male! Anzi richiama subito alla memoria il mito greco di Diomede, il grande amico fraterno di Ulisse. Anche lui combattè nella Guerra di Troia.

Da Omero viene descritto come un guerriero possente e molto forte.

Insomma, come stirpe, sei messo proprio bene e, quindi, sei costretto a renderle onore.

“Beh! Cerco di fare del mio meglio. Tra l’altro Diomede sarebbe stato il fondatore di Benevento, la mia città natale. Una coincidenza incredibile e fortunata. Sono orgoglioso della mia città!”

Ok. Ora lasciamo stare la leggenda e torniamo alla realtà che è senz’altro più interessante.

Dimmi, caro Manuel, come e dove hai conosciuto la tua cara Francesca?

“Ero stato ingaggiato dal Chieti, dove avevo firmato per due stagioni. Era il febbraio 2011.

Lei studiava Pedagogia nell’Università di Chieti. L’ho conosciuta nel settembre successivo, nel modo che lei ha descritto perfettamente e da allora non ci siamo più separati.

Inizialmente abbiamo convissuto per i primi  4 anni  perché a Chieti abitavamo a 100 mt di distanza. Poi sono stato ad Ortona, ingaggiato da quella società. 

Siamo stati costretti, però, a separarci, perché non ho potuto rifiutare altre buone piazze, come  Montegranaro, che era prima in classifica ed è una piazza prestigiosa.

Lì vivono di basket ed anche...di scarpe. Le Marche sono famose per la produzione di scarpe”

Si, ne sono al corrente! Sono bravi a fare...le scarpe a tutti come la piccola e ricca Montegranaro.

Francesca: “Infatti! Io ho la mania delle scarpe e lì mi piaceva frequentare quei laboratori!

Manuel: a che età hai cominciato ad imparare la pallacanestro e chi ti ha dato i primi insegnamenti?

“E’ stata mia madre ad arruolarmi alla pallacanestro. E’ successo a 4 anni, quando un mio amico inseparabile aveva deciso di intraprendere questa disciplina ed io, pur di stare insieme, l’ho seguito. Poi, però, lui ha smesso dopo una paio d’anni ed io, invece, ho continuato con piacere. E’ iniziato tutto per gioco ma poi è diventata la mia vera professione.”

Gli studi, però, non li hai mica lasciati?

“No, mai! Fino a 16 anni ho frequentato il Liceo Scientifico a Benevento. Dopodichè sono andato via da casa per inseguire il sogno del basket a Siena nelle giovanili della grande Virtus Siena e lì mi sono diplomato. Poi ho dovuto lasciare gli studi per un po' perchè tra giovanili e prima squadra avevo poco tempo per studiare. L’anno scorso, però, ho pensato di riprendere gli studi universitari per perseguire un progetto su me stesso. Mi sono iscritto all’Università Telematica Pegaso, con cui mi trovo abbastanza bene, perchè mi permette di studiare, online anche a distanza. Per la vita che faccio da giocatore è l’ideale”.

Hai cambiato tante canotte e diversi allenatori. La domanda è classica: chi ti ha dato di più?

“Dopo l’esperienza di Siena, sicuramente coach Sorgentone di Chieti è stato quello più importante per me. Con lui abbiamo vinto anche il campionato dell’allora B/2.

Sono stato con lui per 4 anni di fila e devo a lui la formazione di giocatore da under a senior. 

Debbo dire che anche Davide Olive ha avuto un ruolo positivo quando nella stagione scorsa mi ha voluto qui a Taranto, a cui ho risposto volentieri, perché stavo vivendo una situazione difficile a Rieti, dove avevo perso un po' di fiducia in me stesso. Con Olive ho ritrovato me stesso, per cui sono rimasto molto volentieri anche quest’anno e con i nuovi mi sto trovando molto bene”.

Tu sei rimasto qui con noi, forse anche perché tua moglie voleva restare vicino ai suoi per il parto?

“No! Precisa subito Francesca. “Per rispetto delle sue decisioni, io non pongo mai problemi di scelta. Non voglio mai essergli di ostacolo, anche in un’occasione come questa. Riconosco che la nostra vita, per forza di cose, è itinerante ma non lo considero un fattore negativo ma positivo perché ci permette di conoscere luoghi e persone diverse, così da arricchire il nostro bagaglio di conoscenze. Noi due facciamo sempre scelte condivise. Poi, questa volta, anche a causa o grazie alla pandemia, siamo stati costretti, per modo di dire, a starcene buoni qui vicino ai miei!”

Manuel riprende il microfono: “per fortuna, per conoscere i luoghi e le città, noi giocatori dobbiamo sfruttare il periodo estivo della preparazione che ci consente di avere un po' di tempo per noi. Infatti, negli anni passati abbiamo avuto la possibilità di andare a New York, Giamaica, Spagna, Portogallo ecc. Poi prima della pandemia abbiamo girato molto in Italia, dalla Sicilia al Nord. Ora, finalmente, abbiamo la possibilità di giare e conoscere la città, approfittando del fatidico lunedì che, per noi, come per i barbieri, è praticamente la domenica dei comuni cittadini.” La bella Francesca emette un sospiro di sollievo!!!Come non darle ragione!!!

Bene, miei cari! A questo punto la domanda viene spontanea: come la trovate la nostra città?

“Taranto si presenta molto bene! E’ una bella città. Aggiungo che credo che sia sottovalutata tra le altre città pugliesi. Invece è molto particolare rispetto alle altre ed ha degli scorci panoramici molto interessanti. E’ una grande città, con un mare bellissimo dai colori caraibici.

Purtroppo negli ultimi anni ha sofferto parecchio ed è giusto che ora sia in fase di ripresa.”

Restando nel nostro ambito, anche lo sport può e deve recitare una bella parte nel rilancio della città, per cui è opportuno che anche i tifosi facciano la loro parte, venendo numerosi alle partite, portando con sé mogli, figli, nipoti ed affini. Anche perché c’è un bel parterre di nostre bellezze.

Manuel, con i nuovi ragazzi, come ti stai trovando. Avete fatto già gruppo?

“E’ nel mio e nel nostro costume fare buona comunella. Non sempre è così ma con questi nuovi ci stiamo trovando bene, anche perché per la maggior parte siamo tutti del sud e, quindi, ci troviamo bene anche come usi e costumi, senza nulla togliere ai tanti amici del nord, ovviamente.

Ora, grazie alle minori restrizioni previste dal covid, riusciamo a stare di più insieme, uscire per conoscere i luoghi e conoscerci fra di noi. Sono tutti ragazzi molto espansivi e giocosi.

Molti sono anche dei buongustai, come il sottoscritto, per cui non mancano le serate al ristorante. Anche in gastronomia a Taranto si mangia bene con una cucina molto saporita”

E chi paga di più di solito?

“Purtroppo da Capitano tocca a me ma, riconosco che gli altri non si tirano indietro.

L’altra sera, per esempio, siamo stati benissimo in città vecchia ed abbiamo mangiato altrettanto bene nel ristorante “Il Sud” a festeggiare il compleanno di Giovanni Gambarota”

A proposito, te la cavi bene in cucina? “Preferisco essere un buon consumatore di prelibatezze!”

Quale hobby coltivi di più: “la pesca sportiva a rilascio. Mi rilassa molto!”

In arte, musica e ballo come te la cavi? “Mi piace la musica moderna ma in arte ed in pittura sono a zero. Francesca, invece è molto appassionata e dipinge anche bene. Nel ballo sono un po' macchinoso, mentre lei è molto brava, anche nella frenetica “pizzica salentina”

Beh, permettimi di dire che l’avrei immaginato! Infatti la vedo molto bene in uno scenario di bella luna estiva, su un palcoscenico naturale davanti al nostro bel mare, muoversi, sinuosa e ritmica, a piedi nudi, con la sua fluente capigliatura corvina, in una travolgente pizzica! Scusa l’ardire!

Caro Manuel, hai detto che ora, da prossimo buon padre di famiglia, stai affrontando con buona lena gli studi universitari in Economia Aziendale, per prepararti un domani se pur ancora lontano, data la tua giovane età, ad una professione di tipo manageriale.

“ Sì, è così! Lo debbo a me stesso, alla mia Francesca ed alla mia Isabella!”

Insomma, questo benedetto ragazzo, oltre ad essere un gran bel giocatore, un buon capitano di squadra, un marito esemplare e tanto innamorato, è anche di sani principi!!!

Che si vuole di più dalla vita? “Nient’altro! E’ così e me lo tengo stretto!!

Risponde la bella Francesca”!!!!!

Toni Cappuccio   

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